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Paradise, Mathew Carr e un Amiga
[...Amiga sì, Amiga no, ...l'Amiga dei cachi! ...un'Amiga in compagnia, un'Amiga da solo, un totale molto "Amigo", ma due giochi eccoli qua!...]
Scusate la canzoncina di introduzione, ma effettivamente la comunità retrogamer Amiga non si distoglie molto dalla "terra dei cachi"; comprendo che l'arte del "retroprogramming" sia particolarmente orientato verso gli 8 bit storici, ma è anche vero che "se ti trovi in ballo, allora balla!", non si possono sprecare risorse e competenze per produzioni di dubbio livello su un hardware che potrebbe oggi come oggi shockare ancora retrogamer di tutto il mondo.
Ma ormai quel che è fatto è fatto, sentendomi comunque in dovere di condividere news a riguardo.
Due nuovi titoli sono stati rilasciati per il 16 bit di casa Commodore, Amiga, ad opera di Paradise e di Mathew Carr, rispettivamente Asgard Met Vikings e Gravity Beam.
Partendo da Asgard Met Vikings, c'è da dire che il mix di una grafica ben definita e colorata con un gameplay semplice e immediato, non è malvagio; si tratta di un titolo scritto per uno o per due giocatori in contemporanea, il cui scopo è quello di raccogliere le bottiglie di vino lanciare dal dio Odino, posto fra le nuvole di Asghard, e di riversarne il contenuto nei due bidoni posti lateralmente allo schermo.
Il gioco in se sembra piuttosto semplice se non che, a complicare le cose appaiono ad un certo punto dei goblin dai lati dello schermo con l'intento di ostacolarci nella raccolta, rischiando di far precipitare le bottiglie sul suolo mandandole in frantumi. Fortunatamente il giocatore ha a disposizione un ascia con la quale eliminare i goblin, ma è possibile anche saltarvici sopra schiacciandli inesorabilmente e nel contempo raccogliere al volo le varie bottiglie.
Il gioco non ha un vero e proprio limite, è ad oltranza con lo scopo di fare più punti possibile, aumentando sensibilmente il divertimendo sfidando un amico. Il giocatore perde se lascia cadere per terra dieci bottiglie.
La cosa che forse attrae davvero sono le colonne sonore, davvero efficaci ed in grado di rendere l'atosfera di gioco disinvolta pur rimanendo in tema.
Sul sito degli sviluppatori è per Amiga 500 inespanso, disponibile gratuitamente sia il file ADF da utilizzare con emulatori che il sorgente programmato in assembly.
Eccoci giunti a quello che potrebbe essere un restyle di un titolo gia storico per Amiga, questo Gravity Beam prende molto spunto da Gravity Force, pubblicato dalla Kingsoft nel 1989, ma con alcune varianti in più.
Per coloro che lo ignorano, Gravity Force era un gioco di abilità senza troppe pretese sul lato grafico, ma ben concepito sotto il profilo tecnico, dove lo scopo del gioco era quello di guidare un'astronave sullo stile Lunar Lander o Asteroid lungo un paesaggio roccioso, intenta a raccogliere i vari container e depositarli alla propria base senza però essere coinvolti in navi nemiche che tra fuoco incrociato e quant'altro, ostacolavano il nostro intento.
Gravity Beam non si distoglie molto dal suo "gioco ispiratore" se non per la variante che una volta agganciato il container, questo viene trascinato attraverso un raggio traente dalla nostra astronave, che renderà il compito molto più difficile in quanto il raggio di trazione si comporta come una fionda complicando esponenzialmente le manovre di controllo e di deposito del container. A complicare ulteriormente le cose c'è la poca estensione del raggio traente e il fatto di evitare quanti più urti possibili al carico, il quale rischierebbe di esplodere subendo troppi colpi e ritardando la nostra missione.
Ogni missione ci da due possibilità di riuscita per ogni carico ma dobbiamo comunque portare a termine la missione nel minor tempo possibile prima di ricevere un richiamo dalla nostra organizzazione.
Un gioco senza troppe pretese grafiche e sonore, che non sfiorano per nulla le possibilità videoludiche dell'Amiga, tant'è che se ne prevede una versione anche per Sega Master System, dove il gameplay prende la fetta di rilievo e importanza più grande.
Mathew Carr mette a disposizione sul proprio sito, sia il file ADF che i sorgenti con tanto di tool di sviluppo per questo gioco funzionante su Amiga 500 inespanso.
A questo punto Joystick alla mano e buon divertimento nel trasportare carghi nello spazio.
Detto questo speriamo che dalle comunità Amiga si risvegli in qualche programmatore, la buona volontà e la fantasia al fine i sviluppare nuovamente titoli validi anche sotto il profilo grafico e meglio complessi per quanto riguarda il gameplay.
Alla prossima amighisti!
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